💌 Spesso molte coppie in crisi decidono di mettere al mondo figli nel vago tentativo di tenere in piedi una relazione che altrimenti finirebbe e/o a far vincere il bisogno egoistico di paternità e maternità.
Coppie che già non comunicano più bene, che litigano la maggior parte del tempo, che non hanno più intimità in camera da letto, evitano di confrontarsi con queste problematiche e riempiono il vuoto e la noia con la nascita di un figlio. Un figlio che nella loro ottica potrebbe risolvere ogni problema e far riavvicinare i partner.
👫 L’arrivo di un figlio rappresenta un momento critico anche per le coppie più solide, figuriamoci per quelle in fase di stallo e/o con conflitti e malumori preesistenti! L’equilibrio viene alterato, vista la quantità di bisogni e di attenzioni che un neonato richiede.
Fare un figlio può essere considerato l’atto più egoistico che possa esistere. I genitori decidono per lui senza potergli chiedere il consenso. Una decisione dalla quale non si può più tornare indietro: impossibile retrocedere alla non esistenza.
Spesso vince il desiderio di dare un maggiore significato alla propria vita trasmettendo i propri geni o i propri valori a dei figli si dimostra al tempo stesso un “atto di amore” e un “egoismo”?
Il pensiero “e se un figlio risolvesse i nostri problemi?” pone i soggetti davanti alle proprie problematiche e i propri limiti. E’ un po’ come ammettere che non esistono più soluzioni e che l’unica potrebbe essere quella di affidarsi ad un terzo poiché l’alternativa sarebbe separarsi. Questo terzo, invece di essere uno psicoterapeuta e quindi di iniziare un percorso di cambiamento e crescita, in realtà è proprio il figlio. I figli concepiti come una stampella nascono già con il difficile compito di dover tenere uniti i genitori. Il suo equilibrio emotivo nel corso degli anni potrebbe risentirne notevolmente. Il nuovo nascituro tenderà ad assumere il ruolo del ‘figlio salvatore’ e del “figlio riparatore” e su di lui graveranno enormi responsabilità.
Effettivamente la nascita di un figlio può portare ad una temporanea tregua nella coppia che potrebbe durare per tutto il primo periodo, poiché gli equilibri cambiano, le attenzioni si spostano sul nuovo nascituro e ciò che sembrava inasprire i due partner adesso sembra avere meno importanza. Ma mentre inizialmente si prospettava un avvicinamento, successivamente, i genitori dovranno necessariamente far fronte alle loro pregresse problematiche che non svaniscono purtroppo nel nulla.
➡️ I figli dovrebbero essere desiderati e non il frutto di un momento di crisi.
Ogni unione forzata, sia pure a fin di bene, provoca grande sofferenza, portando i genitori a soffocare parti “buone” di sé, come il desiderio di libertà e i suoi bisogni più profondi. Ci si può ritrovare con i figli cresciuti e la sensazione di aver sprecato buona parte della vita.
Le difficoltà precedenti si ripresenteranno dunque più avanti più radicate che mai.
E’ un comportamento abbastanza comune nelle relazioni, anche se si presenta in forme differenti(ad esempio, il ruolo del terzo riparatore che ha la funzione di allontanare dalla mente le difficoltà matrimoniali senza tuttavia risolverle può essere svolto anche da un amante), e prende il nome di triangolazione: non si cerca veramente la soluzione al problema, ma qualcosa che sfugga e distragga da esso e che consenta di allentare la tensione percepita.
Tutto ciò sarebbe evitabile se queste coppie si mettessero prima in discussione, risolvendo le proprie problematiche e preparandosi a un cambiamento così grande nelle loro vite. Ciò presuppone un grande impegno da parte di entrambi i partner che a volte possono aver bisogno di quel “terzo elemento” che possa far luce sulla coppia. Quel terzo elemento dovrebbe essere la figura di uno Psicoterapeuta specializzato in Psicosessuologia Clinica per affrontare sedute di terapia di coppia.
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