Disturbi Alimentari e Sessualità – Fidarsi del cibo e dell’amore

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Disturbi Alimentari e Sessualità – Fidarsi del cibo e dell’amore

IL CIBO E I DISTURBI ALIMENTARI

Il cibo e la sessualità sono stati associati in vari modi nel corso della storia, specialmente quando si parla di disturbi alimentari.

In alcune culture, i testicoli di alcuni animali e altri oggetti vengono consumati per aumentare la potenza sessuale. Alcuni alimenti sono considerati sensuali per il loro aspetto, la loro consistenza e il loro gusto. Panna montata, cioccolato fuso, marmellata, fragole che sono spesso immersi in cioccolato e burro di arachidi, sono a volte utilizzati come giochi all’interno della sessualità della coppia.

Il cibo, come il sesso, è un piacere. Entrambi vivono attraverso il corpo, il quale però sembra essere diventato lo strumento utilizzato per manifestare il proprio disagio. Le ossessioni, le fissazioni, il dolore vengono allontanati dalla mente e messi in scena sul proprio corpo, che diventa il biglietto da visita di un’identità frustrata che non trova altra espressione se non quella esteriore.

Negli ultimi decenni i disturbi legati al comportamento alimentare e quelli appartenenti alla sfera sessuale registrano un sensibile aumento nel mondo occidentale e suscitano crescente preoccupazione.

La salute sessuale, secondo la definizione dell’OMS, “risulta dalla integrazione degli aspetti somatici, affettivi, intellettivi e sociali dell’essere sessuato che consentono la valorizzazione della personalità, della comunicazione e dell’amore“.

Allora, come realizzare una piena esperienza nei rapporti sessuali quando l’alimentazione e le sue dinamiche patologiche saturano ogni possibilità di accettare sé stessi e di poter vivere il piacere?

La maggiore difficoltà dei soggetti affetti da disturbo alimentare è stabilire e mantenere delle relazioni affettive significative. Questo aspetto, in parte dovuto al complessivo sviluppo e vissuto psicosessuale caratteristico di questi soggetti, è allo stesso tempo determinante del tipo di vita e dell’attività sessuale dei soggetti.

Anoressia Nervosa

Si evidenzia che nell’Anoressia Nervosa, insieme ad un rifiuto radicale del cibo, si accompagna anche un distanziamento dal corpo e dalla sessualità. L’anoressica lavora il suo corpo fino al punto da renderlo asessuato e ancorato ad un’immagine femminile di tipo infantile. La donna anoressica non è riuscita a interiorizzare la femminilità adulta e non è disposta a crescere. La sessualità in un quadro di anoressia è completamente assente sia per ragioni prettamente biologiche sia per ragioni psicologiche.

Bulimia Nervosa

Di contro nella Bulimia Nervosa, il cibo ha un ruolo diverso: è il mezzo attraverso il quale si cerca di colmare l’angoscia del vuoto. La donna bulimica ha un rapporto di natura compulsiva con il cibo. Questo rappresenta la cura contro un’angoscia primaria da cui non riesce a difendersi in altro modo. L’aspetto compulsivo, nonché autolesionista dell’alimentazione bulimica, investe anche la sessualità, con una ricerca esasperata di partner sessuali.

Vigoressia

Nei soggetti affetti da Vigoressia, invece, si presenta un calo del desiderio e un deficit erettivo maschile dovuto all’uso eccessivo di steroidi e sostanze anabolizzanti perché  perseguitati dall’idea di avere un fisico perfetto. Si trascurano  i legami familiari, affettivi e si persegue una sorta di isolamento dalla realtà circostante, allo scopo di inseguire un solo obiettivo: essere in forma.

BED (Binge Eating Disorder)

Pazienti obesi o affetti da BED (Binge Eating Disorder) hanno una minore frequenza di rapporti sessuali. Il Binge nega la propria sessualità, o la distorce, alternando fasi di anoressia sessuale a fasi di appetito sessuale insaziabile, dovuti proprio a quella mancanza di confine, di “norma” che lo fa sentire senza alcuna protezione. Per molti soggetti abbuffarsi è un tentativo di sfuggire alla coscienza nel momento in cui devono affrontare emozioni (ansia, rabbia, frustrazione) o pensieri negativi.

 

Disturbi alimentari

 2 Giugno – Giornata Mondiale dei Disturbi Alimentari

Un disturbo alimentare è un mezzo efficace per reprimere, sviare, narcotizzare “quei” sentimenti e “quei” ricordi. Imbottirsi di cibo serve ad imbottigliare la rabbia, la voglia di urlare.

Avere il controllo esasperato di ciò che entra nel corpo sarebbe una maniera simbolica di recuperare quel controllo mancato al momento del trauma.

Sicurezza, fiducia e la capacità di essere un autentico sé in tutti gli ambiti della vita, sono obiettivi di primaria importanza. Conoscere il proprio corpo, accettarlo e metterlo in mostra di fronte il corpo di un altro: uno dei momenti in cui l’essere umano può sperimentare il proprio livello di sicurezza e fiducia.

La relazione, il piacere sessuale e l’orgasmo richiedono un alto livello di fiducia verso il partner, in modo tale da potersi lasciare andare, perdendo il controllo di sé e affidandosi per qualche istante completamente nelle mani dell’altro.

Per poter raggiungere questo obiettivo, i soggetti affetti da disturbi alimentari devono fidarsi per prima cosa di sé stessi, delle proprie reazioni e pensieri. Un duro lavoro, un lungo viaggio verso l’intimità emotiva e fisica di sé stessi e verso gli altri

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Dr.ssa Sara Negrosini

Psicologa - Psicosessuologa - Psicoterapeuta Umanistica Bioenergetica VicePresidente e Tesoriere Associazione MinD – Mettersi in Discussione. Coordinatrice e Docente Master di II livello presso Università telematica Niccolò Cusano in “Psicologia del Comportamento Alimentare” e “Psicosessuologia”.